Villa Imperiale

Il suo nome sarebbe dovuto alla posa della prima pietra da parte dell’imperatore Federico III. E’ uno dei più bei capolavori dell’arte rinascimentale, sospeso tra il mare e le prime verdi colline della riserva naturale di Monte San Bartolo. Le sue origini risalgono al Quattrocento, epoca in cui Alessandro Sforza fece edificare un primo complesso fortificato, con una duplice funzione, di amena residenza e di struttura difensiva.

Lo stemma degli Sforza appare ancora nell’imponente torre di guardia, che sormonta l’ingresso. Nel corso del ‘500 fu eretta la parte principale dell’edificio dall’Architetto Girolamo Genga, su ordine di Francesco della Rovere ed Elisabetta Gonzaga, e trasformato in residenza dedicata alla villeggiatura. Il complesso architettonico di Villa Imperiale è sapientemente studiato, adattando la struttura al paesaggio naturalistico circostante: in questo modo è stato possibile mantenere l’armoniosa ispirazione rinascimentale di perfetta corrispondenza tra quanto creato dall’arte umana e dalla natura.

Nel Seicento la Villa passò ai Medici e, in seguito, ai Lorena. L’edificio, frutto di diversi restauri, si articola su quattro livelli, i due inferiori sono adibiti ad abitazione, mentre i due superiori presentano dei giardini. Anche i giardini di Villa Imperiale furono progettati dall’Architetto Genga, che realizzò qui uno dei più suggestivi esempi di giardino all’italiana: posizionato su tre diversi livelli, decorato da grotte e giochi di acqua, è stupefacente per la ricchezza di piante ed alberi di ogni tipo. Sono presenti l’alloro, il rosmarino, il mirto, la vite, il cedro, limoni ed aranci. Tutt’intorno si trovano trentacinque ettari di rigogliosissimo bosco.

Si accede alla villa edificata dagli Sforza attraverso un portale in pietra bianca d’Istria, in cui, al centro dell’architrave, compare il leone rampante sforzesco. Dopo aver attraversato il cortile, si sale al primo piano: lì si trovano le otto sale completamente affrescate nel XVI secolo le cui decorazioni celebrano Francesco Maria della Rovere attraverso le raffigurazione degli episodi più importanti della sua vita.

Attraverso un percorso pensile, questo edificio, frutto della costruzione roveresca, si collega all’originaria struttura realizzata da Alessandro Sforza. Quest’ultima si compone di una costruzione rettangolare a due piani, caratterizzata da una torre. All’interno si trova un cortile circondato da un loggiato, coperto da un soffitto di travi. L’itinerario di visita alle otto sale si può quindi suddividere in tre fasi: nelle prime tre sale si allude in modo evidente alla riconquista del ducato avvenuta dopo l’esilio forzato del duca nel mantovano; le successive tre illustrano la carriera politico-militare di Francesco Maria I; le ultime due sono l’esemplificazione delle vicende politiche del duca ma anche, e soprattutto, delle raffinate frequentazioni culturali di Eleonora Gonzaga, essendo a lei riconducibili le ricorrenti citazioni del mondo e della cultura classica, citazioni presenti anche nelle prime sei sale. Nella terza, quarta, quinta e sesta sala si trovano le grottesche, ulteriore citazione dell’antico che i pittori dell’Imperiale, in buona parte provenienti dalla scuola raffaellesca, dovevano conoscere molto bene.

In ogni sala poi si trovano dipinte tantissime varietà di specie vegetali: un vero e proprio manuale di botanica, aggiornato anche alle piante recentemente introdotte nel vecchio mondo dopo la scoperta delle Americhe. La splendida villa si presta alla ambientazione di eventi di ogni tipo, dai ricevimenti per matrimoni a quelli per lavoro.